(Tábara, Zamora, 1884 - Città di Messico 1968) poeta spagnolo. A Madrid si dedicò al teatro e girò la Spagna come attore con alcune compagnie, entrando in contatto con il gruppo di intellettuali (E. Díez-Canedo, J. Ortega y Gasset, S. de Madariaga, M. de Unamuno) che si radunava attorno al settimanale «España», dove pubblicò le prime poesie. Dopo aver soggiornato in Messico e a New York, tornò in Spagna, per schierarsi con le forze repubblicane. Nel 1939 si stabilì in Messico. Cantò dapprima la solitudine e la tristezza secondo schemi «novantotteschi», in Versi e orazioni del viandante (Versos y oraciones de caminante, 1920) e in Libro II (1929); successivamente la lettura di Whitman, della Bibbia, di Eliot e Blake diede accenti di profezia e protesta alla sua voce: Lascia cadere una stella (Drop a star, 1933). La guerra civile spagnola impresse sollecitazioni decisive alla sua lirica: L’insegna (La insignia, 1937), Il pagliaccio degli schiaffi (El payaso de las bofetadas, 1938), L’ascia (El hacha, 1939), Il cervo (El ciervo, 1958), Oh, questo violino vecchio e rotto! (Oh, este viejo y roto violín!, 1965).